Sbaglio o qualcuno sta ipotizzando che Aldo Grasso sia un coxxione?
Today's Song (ti svegli alle 3 per guardare quei film un po' porno)

Calderodiade (taxes included)

Email 05 maggio 2008 9:52:29 GMT+02:00

4.5.2008 Onanchiari
Ingerenza? Eh no, la nomina di Calderoli quale ministro non ha più niente di “interno”, è affare internazionale ed è scontato che una qualche nazione, vedi la Libia, voglia metterci il naso per metterci il veto. Un interno implica un centro e un centro una circonferenza civile che lo sostenga, e con Calderoli non ne abbiamo alcuna, non solo in Europa ma nemmeno negli stessi elettori che hanno votato Lega Nord per disperazione nei confronti della Sinistra (papalina, clericale, sindacalcorporativista: una fotocopia ormai obsoleta della Destra più reazionaria e incanalata nelle sue corsie preferenziali e autoreferenziali a cul de sac; non costa proprio niente a D’Alema affermare che la formazione del governo è “questione interna”: lui che ci perde? fa il garantista dell’import-export politico ora?). Quando una nazione diventa debole, fragile, vulnerabile come l’Italia, diventa ricattabile e, se vuole riacquistare autonomia e credibilità internazionali, meglio deve scegliere i suoi rappresentanti politici e ripartire daccapo: nel frattempo, deve mordere il morso delle briglie altrui. Io non ho alcuna voglia con questo sgangherato tessuto civile, economico, politico, culturale, istituzionale di fronteggiare Gheddafi a causa di Calderoli, preferisco Calderoli fuori dal governo – lo vorrei fuori anche dal parlamento, insieme a un sacco e una sporta di gente impresentabile per le fesserie razziste e sessuofobiche e tribali tout court che esterna, ma per il momento non si può. L’orgoglio patriottico si deve avere quando esiste una patria largamente condivisa dai suoi abitanti coesi attorno a un’identità data per quanto in evoluzione, non una distesa di pozzangherine l’una isolata dall’altra tra di loro connesse da cassonetti rigurgitanti liquami di corruzione mafiosa (interna solo per rigurgiti e per poco: avete notato come camminano i cinesi, i russi, i serbi nelle nostre strade, anzi, come ne occupano lo spazio?); a me che a Malpensa ci sia l’Alitalia, compagnia di bandiera (strappatissima e logora), o l’Alipollo non importa niente, voglio voli sicuri e partenze in orario e la consegna dei bagagli in tempo decente e, oltre al biglietto, non sborsare altre tasse per tenere in vita un Pegaso (un ronzino) sciancato e rognoso: tutto questo stava per garantircelo l’Airfrance, e non si capisce in base a quale balordaggine sindacale e politica e imprenditoriale non si sia voluto combinare un vero affare, magari imparandoci pure qualcosa in fatto di mercato anticlientelare e antinepotistico per tempi migliori. Si è respinta l’offerta francese per spirito patrio? E di chi? dei lavoratori italiani ancora non in nero che sborsano di media seicento euro al mese in contributi e si ritrovano in pensione dopo quarant’anni con ottocento? O non piuttosto – lasciando stare imprenditori e politici e preti - dei notai, degli avvocati, dei dentisti, dei gioiellieri, degli artisti che oltre a evadere il fisco si ritrovano pensioni d’oro? Calderoli doveva pensarci prima, ha fatto “il bel gesto” del mostrare la maglietta antiislamica, doveva sapere che gli “eroi” e i “martiri” , per non dire altro, alla fine non sono credibili se non muoiono o se almeno non si fanno da parte, e ora deve portare le conseguenze: lui, non noi italiani. Oltre a tutti i problemi di sopravvivenza interna presenti e alle porte – cosa succederà dall’autunno in poi? e quante altre migliaia di libici sbarcheranno intanto a Lampedusa? -, ci manca pure di iniziare una nuova legislatura inimicandosi la Libia tanto per cominciare, con tutte le iatture economico-energetiche che ciò comporterebbe. Non dimentichiamo che la Libia, a differenza dell’Italia, quanto a Storia recente ha la memoria lunga (guerra 1921-1934, gli efferati stermini di Graziani ecc.) e una sete di vendetta mai estinta.
Non è calare le braghe accogliere la modestissima proposta di Gheddafi tramite suo figlio, sempre che si fermi lì, le braghe sono state calate da un bel po’: è per tenere su almeno le mutande.

Ps: già che ci sono, approvo in pieno la decisione di mettere i redditi 2005 dei contribuenti (e no) on-line, mi dispiace solo di non averci trovato il mio nome, e io che da sempre in qua mi davo tante di quelle arie quale contribuente modello! Dai, è irresistibile venire a sapere che il gioielliere con cinque vetrine nel centro del paese dichiara E 20.000 l’anno, e venire ovviamente a sapere il nome del suo commercialista, sulla bocca di tutti in piazza, e quindi tutti gli altri bei nomi da lui assistiti che, padroni di fatto del territorio e tutti di dichiarata fede cattolica e i primi a mettere su faccia contrita a messa cantata, dichiarano quanto un lavoratore dipendente non proprio alla frutta (di scarto da mercati generali) e poco più della ex badante di mia madre. L’ex ministro Visco, con il quale ho avuto una decina di anni fa un breve scambio di lettere in tema fisco e quindi evasione fiscale, è una persona competente, affidabile e volutamente troppo antidemagogico e impopolare per permettersi di essere disonesto, scrive lettere chiare e sustanziate, tecnica finanziaria e giuridica a parte, da un non indifferente sapere umanistico; come ho del resto dichiarato a suo tempo, è stato perché non c’era lui – e nemmeno io, per la verità - nelle liste del Pd che per la prima volta in vita mia non sono andato a votare; ecco, visto che si parla tanto di collaborazione interpartitica, la maggioranza non potrebbe sacrificare Calderoli e fregiarsi di Visco quale ministro, magari ancora delle Finanze? Esulteremmo noi onesti all’osso e, lo ammetta, esulterebbe anch’essa: ti conosco, mascherina! E poi, e questo valga anche per tutti gli altri papabili, che senso ha oggi nominare un ministro che, scusabile per il suo italiano traballante, non sappia alla perfezione almeno l’inglese?

Commenti

Danilo

Parole sante!

rayuela

condivido in pieno il punto in cui si definisce il patriottismo come qualcosa di inscindibile dalla condivisione, dalla misura in cui ci riconosciamo nel Paese che ci circonda. è la dittatura del nulla su molti, troppi fronti

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