Introducing LaPuzzolenza 17: le trasmissioni riprenderanno il più tardi possibile
Italian Camouflage

Aldo's choice

Sms 21.4.09 Ormai vivo fuori dall'Italia da dicembre e, per strategia nei confronti di un eventuale turista in più o in meno, tutto sommato non parlo malissimo della classe al governo, dico che Berlusconi non è una persona né fisica (egli, odiando il proprio corpo, è polimorfo, come la morale civile di 9 italiani su 10) né politica di per sé ma una proiezione delle debolezze e bassezze e furbizie e sublimità nazionali, è il delta di un Sistema esistenziale verso cui tutto confluisce, come prima di lui lo sono stati solo Mussolini e Andreotti, e Hitler in Germania; scivolo via, e se mi citano Mangano, io ribatto Silvana, ben sapendo che questo non era neanche il nome d'arte del famigerato stalliere o della più atipica delle tate, anche se, a ben vedere, se resto neutro, e dolorosamente collaborazionista, un medio turista potenziale resta in Italia tre giorni ma una settimana se sparo a zero contro, per esempio, la mafia, creazione di lunga data degli uomini delle istituzioni, "beltà" che all'estero, soprattutto in climi freddi, ha una sua fiammata di fascinazione e quindi un pacchetto vacanza in agguato. La sinistra del dispotere non è tema da nessuna parte. Dico che è troppo tardi per remare controcorrente, si ritarda il precipizio, e la corrente è tutta contenta di prendersela comoda. Penso che per ogni turista in meno ci sia una infelicità italiana in più, mando giù il rospo e appena posso e per quanto posso indico luoghi e alberghi e musei e ristoranti italiani. Siamo tutti berlusconiani, e se lo dico io che avevo già pronto il cappio per piazzale Loreto bis... certo, prima di Berlusconi bisognerebbe passare per le armi (Corte marziale) almeno Bertinotti, D'Alema, Rutelli e quel sindacalista con tutti quegli appartamenti e quei quadri comprati coi soldi sottratti alla Cassa dei lavoratori. Vota pure un altro o non votare affatto: alla fine hai votato Lui, un Divo, un italiano. Deve essere la Sindrome della Sabina saltatami addosso un mese fa: dopo un'ora di spettacolo bollivo, nella poltrona dell'Ambra Jovinelli ci stavo a malapena, mal di schiena, di gambe, il riscaldamento a mille, e non c'era intervallo e non potevo certo far alzare tutta una fila,  un'ora e mezza, la Guzzanti non accenna minimamente a chiudere, applaudo così, per i contenuti, non certo per la forma prolissa, ma a uno spettacolo chi se ne frega dei contenuti condivisi o no, quelli li ho già di mio, vorrei gridare "Grazie, ma adesso basta, lasciaci andare, pietà!"... due ore e mezza, due ore e trentacinque... e ho provato l'irresistibile afflato di stringermi a Mastella, a Dell'Utri, alla Toffanin... e da allora ho deposto il cappio e capitolato, fino a che per senso di giustizia di cappi non ne appronto una sessantina di milioni o niente, secoli e secoli di vita, uh, i calli, e sarebbe pur sempre un'autoimpiccagione. La darei vinta alla morta estetica belpaesana che mi vuole o morto o qualunquista. Uno come me deve vivere, non ha scelta. E neanche l'Italia. A.B.

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