In teca
13/08/2009
E Pontiggia? E Malerba? E Chiara? E Moravia? E Pasolini? E Calvino? E Lalla Romano? E Del Giudice? E Arbasino? E Citati? E Eco? E Tamaro? E Melissa P.? E Tabucchi? E Tondelli? E De Carlo? E Camilleri? E Lara Cardella? E… Busi? Busi no, perché quelli hanno avuto un editore in più (di giornali) e una promozione alle spalle e ne sono (stati) il prodotto (del momento, quindi del millenario cattolicume massmediatico e accademico nazionale) e “passata la festa, gabbato lo santo”, io no, al massimo ho avuto un tipografo (secondo me pentito) e poi solo scontri su ogni fronte. Una cosa è la morte e l’oblio, un’altra la rimozione e la costante tentazione. Quelli sono morti subito dopo essere morti fisicamente, da premiati, sì, perché già morti in vita e quindi malleabili, manipolabili, funzionali, innocui, io devo ancora venire alla luce. Ma servirebbero neonati italiani nuovi che diventino politicamente e quindi esteticamente adulti, ecco perché me ne starò ancora a lungo nella teca assegnatami per punizione con mia somma soddisfazione, teca più altrui che mia, ma intatto, pronto a balzare fuori da un secolo all’altro. Quelli riposeranno in pace in eterno scalzati dai loro aggiornati replicanti, io non sono doppiabile e in pace non lascerò con la mia opera alcun vivo mai. E baci ai cari defunti di entrambe le specie, irricordabili se non dalla mia magnanimità. A.B.
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