La verità al netto?
Ragazze, fuori i cazzi!

Il senso di Berlusconi per la troia


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Che Marystelle Polanco o Barbara Guerra o Nicole Minetti o eccetera eccetera eccetera fossero considerate delle chicchissime rampolle Fitz-James Stuart in confronto all'attrice bassopontina, la signora Manuela Arcuri,  è un conto che non mi torna e che mi fa molto ridere e al contempo restare di sasso, niente di grave eh, un po' come quell'1% in più d'Iva che, eccheccazo eh, ci tocca pagare da ieri l'altro. Il nostro premier s'indigna al telefono con quella personcina tanto a modo di Giampaolo Tarantini perché avendo fatto un po'  la bocca a una possibile copula con l'attrice star dei teleromanzi targati Losito, scopre che la stessa ha rilasciato un'intervista a quel trio Medusa (quello che non fa mai ridere, fossanche a fronte di emolumenti generosi) dove, senza fare nomi, dà voti alle sue allegre sessioni erotiche con celebrities nostrane e abroad. Certo, sentirlo per televisione può risultare seccante per chi è nipote di sei zie suore e utilizzatore finale in fieri, tanto da fargli cancellare un classicone acchiappaeteroallocco e cioè la finta o vera lesbicata fra le signore Arcuri e Lana. Ma sorpassando l'indignazione e non parlando per metafore, ci si chiede se il nostro primo ministro abbia mai fatto di computo calcolando l'ammontare di minchie viste, il curriculum cazzi insomma, di quelle principessine che hanno calcato i vestiboli delle sue elegantissime dimore. Ecco:  al nostro presidente manca nella sua vita privata come in quella pubblica il concetto di killer question.