Who you gonna get to do the dirty work when all the slaves are free
24/02/2012
Mi inerpicherò in argomenti che non mi riguardano né a dire il vero (ammantato da una puzza sotto il naso immotivata ma che c'è) m'interessano particolarmente.
Mi fa molto ridere l'uso di una terminologia messa in atto da chi aspira a rovesciare il putrido stato delle cose per la rinascita gloriosa di questo paese, che come ben sappiamo nasconde da qualche parte i Michelangelo e i Gadda e gli Olivetti degli anni 2020. E' una demagogia che abusa termini non propriamente sofisticatissimi come "Merito". E io che sono bruttina a Barletta e mi sono laureata e non trovo il posto di lavoro ma che in cuor mio so che valgo come l'Oreal perché ero la più brava del liceo locale, alla parola "merito" sussulto per la prima volta in uno spasmo vulvare e sento, anzi sono sicura, che in un altro mondo, quello della giustizia meritocratica di un nuovo stato modello scandinavo ma senza suicidi (perché c'è bel tempo in Italia), potrei prendere il posto di Marchionne. Il nostro è un paese di rosicanti dove tutti (a causa di madri gasate e assertive?) pensano d'essere migliori degli altri, nunc'èpropiognentedafa'.
Certo è possibile, ma è altrettanto vero che non è una legge del Creato scolpita nel carbonio. Nel frattempo i Cinesi racimolano zitti immense ricchezze e verremo uccisi tutti da un'overdose di glutammato. Sono sicuro che nelle prossime elezioni qui in Italia ne vedremo e sentiremo delle belle, con un nuovo potere integro, futurista e rinascente. Ma una volta messa in atto questa democraticissima e irricattabile rivoluzione mi chiedo: chi pulirà i piatti?