Introducing LaPuzzolenza on Spotify #4: Joneide
20/05/2013
Negli anni del ginnasio ero uno stupidino (non sono affatto cambiato negli anni) che ascoltava parecchia musica "facile" e nella mia toplist c'era Carly Simon che, sebbene non fosse proprio Caterina Valente, mi stregava a colpi di "and all the girls dream that they'd be your partner". Ad affinare il mio gusto fu la mia compagna di banco Marina Comandini, bella e selvaggia e che all'epoca nessuna cartomante le aveva predetto che sarebbe diventata la moglie di Andrea Pazienza. Pomeriggi in casa dove lei disegnava ascoltando Joni Mitchell, e cioè l'artista vivente più ispirata, più complessa, più "brava" al mondo. Mitchell è difficile da digerire e da riprodurre, è impossibile suonare una canzone in spiaggia coi falò, non fosse perchè per esempio accorda le chitarre in maniera diversa (quando un po' di anni fa Morgan accompagnò al piano una cantante di X Factor, studiando lo spartito di "Blue" mi commentò piacevolmente la sua complicazione). Il punto nodale di tutta la sua produzione artistica è proprio l'armonia e non la melodia: bestialmente complicata e allo stesso tempo meravigliosa. I testi sono spesso delle sciarade che esplodono una volta decifrate in significati di struggente bellezza e furore melanconico. Fate così: ascoltatela, poi riascoltatela, e ascoltatela di nuovo. La amerete.
La trovate qui
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