Un soldo di cacio o della genesi di Marco Mengoni
23/10/2013
Dopo aver curato sei edizioni di X Factor e anche le prime quattro puntate già andate in onda di questa ultima edizione, giovedì debutterà il live senza me e senza la casa di produzione per la quale felicemente lavoro in esclusiva. Mi sembra che i cantanti abbiano ottimo potenziale. Freemantle media, e cioè il format owner che ci aveva in tutti questi anni subaffittato il programma ha deciso, legittimamente, di produrselo da solo. X Factor è una macchina da guerra complicatissima e bella, sono sicuro che tutti faranno benissimo anche senza di noi, a loro auguro il più grande dei miei in bocca al lupo.
Di tutti questi anni potrei ricordare chilate di rava e di fava, mi piace raccontare solo questo:
Pre casting X Factor primavera 2009, Saletta provini Magnolia, Milano.
"Ciao"
"Ciao come va"
"..... B-bene"
"Cosa canti"
"L'appuntamento di Ornella Vanoni"
Guarda basso, ha camminato per arrivare di fronte a me con passo incerto, come uno che non ci crede affatto e quindi scatta subito in me il pregiudizio stupido di pensare che se non ci crede lui, figuriamoci io. Il 99% delle volte il mio pregiudizio si rivela nei fatti corretto e questo vale a prescindere dalla camminata. Non voglio assolutamente assegnarmi delle doti particolari, è semplicemente che ho accumulato un monte-ore casting spaventoso, da Non è la Rai a Popstar, da Amici a X Factor ho avuto a che fare parecchio col talento - millantato o autentico che sia - che ha acuito presuntuosamente la mia parte di intelligenza sensibile. C'è una diceria che mi vuole stronzo coi provinandi, in parte è vero, specialmente con quelli che mi piacciono, in parte è falso, specialmente con quelli che non faccio passare.
Guardo la scheda che ho di fronte e penso per l'appunto che questo Mengoni Marco di Ronciglione non ce la può fare, è intorcinato in se stesso, è troppo timido e insicuro, sto perdendo tempo - tempo che mi pagano beninteso - e sono un po' preoccupato di non trovare cantanti come si deve.
Nei quattro secondi precendenti all'esecuzione di Mengoni Marco penso che è troppo giovane per affrontare "L'appuntamento" come si deve, penso che la canterà male, che qualcuno glie l'ha consigliata per fare colpo al casting, che l'avrà sentita due volte in vita sua, che la sua versione sarà manierata, cambierà la melodia, sbaglierà le parole, tutte cose che mi faranno imbestialire insomma. Poi Mengoni Marco si mette a cantare e più canta e più dà degli schiaffoni ai miei pregiudizi, è intonatissimo e originale, rende una canzone che ha quarant'anni contemporanea e la fa sua, è in una parola bravo.
"Marco, ma lo sai che quando sei entrato non t'avrei dato 'na lira?"
Segno sulla sua scheda una "P" che nella classificazione dei giudizi vuol dire "Popstar". Io ci credo moltissimo e durante tutte le fasi dei casting, specialmente in quella finale, mi spendo tantissimo, mi spendo come non ho mai fatto per nessun altro cantante di tutti i talent che ho fatto come autore. Non mi voglio mettere la stelletta baudiana "questo l'ho inventato io", perché francamente penso che le persone si inventano da sole. E' possibile che senza il mio intervento forse Marco non avrebbe partecipato a X Factor, sono certo che qualcun altro l'avrebbe notato prima o poi.
Ieri sera sono andato a vederlo per la prima volta in concerto nella sua ultima data del tour qui a Milano. Io non ci vado mai ai concerti, preferisco i dischi, ho paura della folla e sono pigro, forse perché sono vecchio e ricordo con disagio il primo live grande a cui ho assistito: 14 anni, 1976, Patti Smith alle cascine di Firenze. L'ultimo concerto a cui sono andato è quello di K.D. Lang cinque anni fa, per dire.
Durante la pausa sono andato a trovare Marco nel backstage.
"Oh, lo sai che canti molto bene?"
"See.. come il primo provino, quando mi hai detto: <<lo sai che non t'avrei dato un soldo di cacio?>>"
Sono sicuro di aver detto "Non t'avrei dato 'na lira", lui è sicuro di "Un soldo di cacio", il risultato è stato comunque un bravo cantante.