Insomma è uscito (considerazioni, booktrailer ufficiale e non compresi)
Milly, Maria e la Franca.

Il quarto d'ora del Kamikaze e un consiglio ai genitori.

Psycho

Insomma due venerdì fa sono in perfetta solitudine milanese, mi piace parecchio l'antisocialità weekkendara, faccio un po' come caspita mi pare, per dire.

Sono le tre del pomeriggio quando decido di andare in palestra, preparo la mia borsetta e nel mentre ingoio due caffe e una pasticca di pseudoefedrina rimastami per dare un boost al mio fisico nano yet scultoreo. Cincischio altri dieci minuti  sul computer, prendo le chiavi, esco. All'ingresso mi ferma il filippino portiere che ha sempre un sorriso tra il dileggiatorio e lo scemo, (un mese fa ho capito perché: percepisce da questo condominio di loft à la Tokyo 2000 euri al mese) mi fa: Nocera c'è busta! Mi dia busta, dico io. Vedo busta e scorgendo il francobollo Royal Mail mi prende un coccolone: so di cosa si tratta.

Due settimane prima, in un afflato di modernità-chefigata-ordinosubbbito ero capitato per caso in un sito inglese che offre un delivery molto particolare. Premessa: il ministero della salute britannico è molto preoccupato dell'impennata che le malattie sessualmente trasmesse ha avuto in questi ultimi anni e quello che è peggio è che il più dei ragazzi e delle ragazze ignorino le loro condizioni di salute. Per questo motivo, oltre a una campagna di sensibilizzazione a riguardo, esistono in commercio dei kit di autoanalisi clinicamente testati e di accuratezza identica ai laboratori medici.

E veniamo a noi, anzi a me che per l'appunto due settimane prima ordino online i test per HIV, Epatite B, Sifilide, Gonorrea e Clamidia e a me che presa la busta torno immediatamente a casa e la apro. I kit sono molto simili ai test di gravidanza che si comprano in farmacia: sono dei termometri con un display a cristalli liquidi dove su  un'estremità c'è un buco dove all'interno vi è un materiale assorbente; ti pungi il dito, hai una pompettina di plastica per raccogliere il tuo sangue, versi delle gocce nel buco del termometro, aggiungi un paio di gocce di reagente e aspetti un quarto d'ora. Se nel display appare una linea sei negativo a quel test, se ne appare una seconda sei positivo. Il librettino di spiegazioni è molto chiaro: se appaiono due linee non c'è caso di sbagliarsi: sei sicuramente positivo e devi andare subito in ospedale e affidarti ai medici.

Come un matto, ripeto: come un matto, apro il kit per il test dell'HIV, mi pungo, metto il sangue nella pompetta e poi nel buco, aggiungo il reagente e poi penso: *bestemmiaparticolarmenteblasfema, se alle 15:30 di questo venerdì in solitaria sono sieropositivo, che cazzo faccio? Perché ho capito la modernità e la comodità, ma queste cose mai farle da soli. Ho passato un quarto d'ora parecchio difficile, ma se sono qui a raccontarvelo in scioltezza è perché è andato tutto bene. Sono riuscito e andato finalmente in palestra. Al ritorno, mentre mi cucinavo la cena, mi sono punto dita random e fatto le altre analisi, tutto a posto, meno male.

Lo raccontavo ieri l'altro alla mia amica Sabina al telefono. Lei ha una figlia adolescente. La differenza fra la nostra generazione e la loro è molto semplice: noi abbiamo avuto molta paura dell'Aids perché abbiamo visto i nostri amici appassire di colpo e morire, perché eravamo giovani e ci piaceva scopare ed eravamo terrorizzati, non capivamo come fosse possibile perdere degli affetti così importanti in questo modo atroce. 

Adesso le cose sono diverse a tal punto che le nuove generazioni non si rendono conto di quello che è stato e a questo bisogna aggiungere l'aggravante della totale disinformazione a riguardo. Non si muore più, si cronicizza, e se si segue una terapia adeguata e non si fanno cazzate, si ha una vita esattamente uguale a chi non soffre di questa patologia. E vengo a voi, cari genitori: terrorizzate i vostri figli, dite loro di scopare quanto e come vogliono a patto di usare dei semplicissimi accorgimenti che nulla tolgono al piacere sessuale. E mai, mai usare dei kit di autoanalisi da soli, ché qua ancora mi stupisco del kamikazismo.